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TENTAZIONI IN UFFICIO


di Neottolemo
26.10.2018    |    22.081    |    13 9.3
"Mi condusse ad una stradina secondaria poko frequentata e li iniziò a mettermi la mano sul pene che era gonfio a dismisura..."
Con la mia attività di avvocato non accade di rado di dovermi recare presso i clienti per fare consulenze o partecipare a meeting con altri professionisti ospitato nelle loro sale riunioni.
E’ quello che è accaduto anche all’inizio dell’estate, quando mi sono dovuto recare in uno studio dell’hinterland milanese, ove si sarebbe tenuta una lunga riunione in merito ad una fusione aziendale.
Beh potete immaginare la mia felicità a stare tutto il giorno in mezzo a professionisti di varia provenienza ma come dice S. Paolo “chi non lavora non mangia”...
Beh almeno mi sarei consolato con un aperitivo milanese alla memoria dei miei tempi spensierati in cui passavo la serata (e spesso la nottata non da solo), nella città meneghina.
Arrivato puntuale salivo dall’ascensore di vetro e ferro fino al 10 piano dove si sarebbe tenuto il meeting.
Appena entrato, però, notavo con piacere che lo studio era pieno di belle donne. Collaboratrici e segretarie si affannavano per organizzare la giornata.
Era l’inizio dell’estate e quindi i primi caldi avevano già convinto le procaci signorine ad iniziare ad abbandonare cappotti e maglioni, in favore di trasparenze ed abiti attillati.
Già più festante per la piega che aveva assunto la giornata mi accomodavo nella sala d’attesa, aspettando l’arrivo di tutti e fissavo tutte quelle donne immaginandomi tra loro qualche d’una desiderosa di scopare.
In particolare mi aveva colpito una donna sui 40anni alta e bionda. Indossava un tailleur con uno spacco evidente e una camicetta che lasciava intravedere un seno florido.
Scoprii ben presto che si trattava di una collaboratrice dello studio, ma ahimè, intravedevo la fede sul dito per cui non mi davo molte speranze.
Mentre ero seduto alla mia sedia però mi scoprivo a fissarla e scendevo con gli okki fino al suo spacco.
Ogni tanto districava le gambe e lasciava intravedere le mutandine nere, mentre il seno aveva un fremito e sobbalzava, difficilmente contenuto nelle coppe del reggipetto.
Con mia grande gioia era la collaboratrice del professionista che mi ospitava per cui sarebbe stata con noi tutto il giorno.
Durante il coffee break mi avvicinai a lei e scoprii che il suo nome era Alessandra e la riempii di lusinghe.
“Sa che è molto carina...”, “suo marito è proprio un uomo fortunato”.
Alessandra era leggermente imbarazzata, ma sicuramente anche pronta di spirito ed era abituata ai complimenti degli uomini.
Alla riunione ogni volta che potevo la guardavo e lei, dopo i primi attimi, iniziava a rispondere ai miei sguardi.
Anzi, passandomi un fascicolo mi aveva donato una visione del suo splendido seno. Quelle magnifiche tette stavano li sode, col capezzolo che pungeva la stoffa duro e tirato pronto da essere succhiato.
Era il momento del mio intervento ma la mente era altrove (immaginate dove), e sui miei pantaloni un leggero bozzo dimostrava che in realtà, riflettevo sul modo di restare solo con Ale una volta finita la riunione.
Esaurita la giornata lavorativa mi avviavo alla porta mentre Alessandra restava in ufficio per sistemare alcune pratiche.
Salivo sulla mia auto, pronto a gettarmi nella movida milanese, ma poi decidevo di bere un caffè al bar li vicino allo studio, in attesa che il traffico defluisse da Milano.
Dopo circa 20 minuti ecco entrare Alessandra che ordinava un bicchiere di vino.
La vedevo e galantemente la invitavo a sedersi con me.
Un’pò timorosa Ale sedeva al mio tavolino ed iniziavamo a scambiare 2 kiakkere sull’esito del meeting, ma ad un tratto, estenuavo, le dicevo:”basta parlare di lavoro, dimmi cosa ti piace fare”
Un attimo sorpresa dalla domanda Ale mi dice che deve andare alla toilette e si dirige verso il bagno.
Lascio passare un attimo e decido di seguirla.
Mi accerto che non ci sia nessuno ed entro nella toilette delle donne, chiudendo la porta dietro di me.
Ale si stava rinfrescando allo specchio.
Mi vede e dice “ma cosa fai qui esci dai”
Io mi avvicino e la bacio... la mia lingua entra nella sua bokka umida e bagnata ed si aggroviglia con la sua mentre le mie mani scendono lungo i fianchi fino ad alzare completamente la gonna...
Ale rimane un poco interdetta, ma il calore della mia bocca e la mia lingua che scende sul suo collo le fanno abbandonare ogni difesa..
Le mie dita veloci aprono la camicetta e la bocca inizia a succhiare i seni di Ale, che inizia a mugolare e a strusciarsi contro di me.
“Quanto ho pensato al tuo cazzo oggi..ero fradicia mentre parlavi in riunione”..
Mentre con la bocca le succhiavo i capezzoli, con le mani avevo spostato il perizoma e inserivo 2 nella figa fradicia fino in fondo facendole roteare.
“Si dai mmmmancora”
Dentro e fuori!!
Quando le toglievo le passavo alla sua bocca perché le leccasse in modo che sentisse il suo sapore...
“Su lecca Ale fammi vedere come se brava con la lingua”
Succhiava avidamente tutta la mano tanto che non fu difficile inserire anche il terzo dito…
Era li che assaporava la sua voglia dalla mia mano avidamente come una vera troia...
Quindi la girai facendole volgere la faccia allo specchio.
Con la nuova posizione non fu difficile metterle anche il 4 dito. E subito le ordinai “Spingi...”
“Si ma piano che non sono abituata con la mano...”
“Spingi…”
Ale inarcava le anche ed affondava in modo da farsi entrare più a fondo le 4 dita e mente cavalcava la mano, era un continuo di mugugni…di SIII…
“dai che godo spingi con la mano”...
Non volevo portarla all’orgasmo subito, quindi le tolsi 2 dita dalla figa.
Ormai Ale era totalmente in balia della voglia.
La vulva continuava a sprizzare umori e, quindi, aiutato dalla lubrificazione passai l’indice ed il medio dalla figa al culo dicendole
“Su porca ora fatti affondare le dita nel culo!!!”
Ale obbediente iniziava a spingere ma nonostante la mano fosse bagnata faceva ancora un’pò fatica…quindi le dissi
“Prendi le mani ed allargati le natiche…apriti il culo troia”
Ale, obbediente, si dilato il sedere con le mani e continuò a spingere fino a farsi affondare le dita fino alla radice…
Vedendo che con il culo godeva ancor più che nella figa passai anche il terzo dito li aprendole completamente le natiche...
Lo specchio rifletteva l’immagine di Ale con il seno fuori dal reggipetto che spingeva in modo osceno per colmare completamente il suo ano dilatato, ed io dietro che la incitavo a continuare...
Con l’altra mano le ghermivo i capelli mente la mia bocca le succhiava le spalle ed il collo lasciandola completamente in balia del godimento...
Ad un tratto Ale mi disse “Mettimi una mano sulla bocca” e lesto lo feci in modo che potesse urlare tutto il suo orgasmo.
Una volta leccata la mia mano piena di voglia si ricompose ed uscimmo dal bagno, attenti a che nessuno dei colleghi di Ale ci vedesse.
Ci scambiammo il numero telefonico e salii in macchina.
Non ero venuto ma lo spettacolo di una porca simile che ha un orgasmo anale era molto soddisfacente.
Le mie endorfine erano a mille e l’adrenalina scorreva quando ricevetti un sms. Era Ale che mi scriveva “tra un chilometro c’è un parcheggio, fermati ed aspettami”.
Feci come mi chiedeva e dopo 5 minuti arrivò con la sua macchina e si fermo vicino a me...
Salì sulla mia e mi disse “Non penserai di andartene senza farmi assaggiare il tuo cazzo!!”
Mai notizia fu più lieta...vidi che armeggiava con il telefonino e poi mi disse di partire...
Mi condusse ad una stradina secondaria poko frequentata e li iniziò a mettermi la mano sul pene che era gonfio a dismisura.
In breve tempo mi ritrovai con i pantaloni alle caviglie e Ale che si era tolta la giacca, con i magnifici seni che mi sfregavano il cazzo.
Tirai indietro il sedile per favorire la discesa della bocca sulla mia asta ed Ale inizio a prendere il glande fra le labbra.
Lo succhiava e poi riemergeva mente io con la mano massaggiavo il suo buco del culo che era rimasto aperto dal trattamento precedente...
Ad un tratto le presi per i capelli e la feci affondare fino in fondo al cazzo proprio alla base
“Succhia troia prendi tutto in bocca”
La trattenevo giù qualche secondo e poi la facevo riemergere per riprendere fiato.
Il mio cazzo era completamente ricoperto dalla sua saliva ed Ale continuava a succhiare in apnea...
La vulva emetteva umori in continuazione e con le anche veniva a cercare le mie dita per essere penetrata.
Scendemmo dalla macchina..io senza pantaloni ed Ale con la gonna alzata fino al ventre.
La feci accucciare davanti a me e continuai a scoparle la bocca avanti ed indietro con vigore fino a riempirla completamente...
“Ora leccami il culo” le ordinai in un impeto di lussuria e mi girai mostrandole le natiche muscolose...
Subito Ale affondò la bocca sul mio sfintere tenendomi allargate le chiappe per meglio leccare, ma anche cosi non riusciva a penetrare con la lingua fino all’interno, cosi la aiutai spingendola con la bocca contro il mio pertugio che lei leccò avidamente dandomi grande piacere.
Avevo il cazzo tirato all’inverosimile ed allora la feci alzare ed appoggiare al cofano della vettura…
Cominciai a sfregarle il glande e poi l’intera asta lungo la riga delle sue natiche e, all’ingresso della vagina oramai ridotta ad un lago...
E in un colpo le inserii il cazzo nella figa fremente cominciando a dare colpi prima lievi e poi sempre più potenti e veloci fino a farla prorompere in un orgasmo intenso.
Sentivo le pareti della vulva stringere la mia asta quasi risucchiandola mentre Ale veniva bagnandomi tutto il cazzo.
Ale era visibilmente stanca ma io non avevo ancora esaurito la mia vitalità.
“Ora troia tieni il culo aperto e dimmi cosa vuoi...”
Ale subito rispose “Ti prego inculami e spingilo con forza!!”
Aveva il petto appoggiato al cofano e iniziai a aprile il culo col mio pene ancora fortemente eretto.
Centimetro dopo centimetro sempre più a fondo…all’inizio piano e poi sempre con più passione e vigore…
Sentivo i coglioni sbattere con forza contro le natiche di Ale che godeva come una porca ad ogni colpo profondo...
Ad ogni scossa ripeteva “Forza spingi scopami…sfondami il culo”.
Io che non dovevo farmi pregare la scopai come un animale feroce, godendomi i suoi orgasmi anali, annunciati dalla vagina che diventava sempre più bagnata.
Alla fine non resistetti più e le sborrai all’interno del culo con getti forti.
Ale mi guardò soddisfatta ma anche un poco delusa... “P. uff volevo bere”
Allora con un dito raccolsi direttamente dal suo culo lo sperma e lo passai sulla bocca di Ale che trangugiava avidamente il nettare che aveva fatto sgorgare.
Ci ricomponemmo a fatica e vidi che continuava ad armeggiare con il cellulare.
Ci salutammo con un bacio con la lingua e ogni volta che ritornavo in quell’ufficio non mancammo mai di vederci nuovamente in tante e altre situazioni ancor più forti...
Ma questa è una storia che racconterò a chi sarà interessato.
Una domanda... Secondo voi cosa ha fatto con quel cellulare???
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